L’etichetta informativa europea sugli pneumatici, secondo le norme UE, deve apparire su tutti gli pneumatici prodotti a partire dal primo luglio 2012 e venduti dal primo novembre 2012. L’etichetta dovrebbe essere uno strumento utile ai consumatori per valutare uno pneumatico.
Nell’etichetta figurano:
- consumo di carburante (A-G; D non utilizzata)
- frenata su bagnato (A-G; D non utilizzata)
- rumorosità esterna (in decibel)
Le prove sono a carico dei produttori o degli importatori. Si tratta perciò di una sorta di autocertificazione da parte delle imprese che sottopongono i propri prodotti ai test e riportano i risultati nell’etichetta.
È possibile prestare credito ai valori riportati nell’etichetta?
Le valutazioni riportate nell’etichetta in alcuni casi sono contraddette dai risultati di test svolti da organismi indipendenti, ad esempio dall’automobile club tedesco (ADAC), svizzero (TCS) o austriaco (ÖAMTC). Sembra infatti che i marchi “premium” siano più affidabili, mentre quelli meno noti forniscano dati non sempre credibili.
Il club automobilistico tedesco ADAC ha svolto alcuni test sulle performance degli pneumatici e i risultati non collimavano sempre con quelli presenti sull’etichetta europea. Nel test in cui ha esaminato le performance sul bagnato degli pneumatici invernali di dimensioni 165/70 R14T, lo spazio di frenata del Continental WinterContact TS850 era di 36,3 m, quello del Mentor M200 era di 49,6 m, eppure quest’ultimo aveva in etichetta C, come il Continental, invece di F. Lo stesso si è verificato nella misura 205/55 R16H in cui lo spazio di decelerazione dell’Alpin 5 di Michelin da 80 a 20 km/h era di 36,2 m, mentre quello dell’Avon Ice Touring ST era di 44,5 m: nelle etichette avrebbe dovuto figurare rispettivamente la lettera B e la lettera E, invece in entrambe figurava la B.
Nel test sugli pneumatici estivi 2015 della dimensione 185/60 R 14 H, il Kumho Ecowing era quindicesimo su sedici pneumatici, nonostante le due B nell’etichetta europea, e lo pneumatico premium Bridgestone Ecopia EP001S di dimensioni 205/55 R 16 V, con A e A per consumo di carburante e frenata su bagnato, aveva una tenuta di strada del tutto insufficiente
Il limite dell’etichetta europea sembra proprio essere questo: si tratta di un’autocertificazione e i dati forniti dalle aziende non sono sottoposti a controllo.
Affinché il valore dell’etichetta europea non risulti vanificato, sarebbero necessarie più verifiche svolte da enti indipendenti, e dei provvedimenti nei confronti delle aziende che dichiarano il falso. Inoltre, ogni stato membro della UE dovrebbe controllare che i test siano effettuati secondo la procedura stabilita.
I limiti dell’etichetta
L’etichetta appare inadeguata a esprimere il valore di uno pneumatico, poiché i criteri presi in esame sono insufficienti per valutare tutte le caratteristiche di uno pneumatico, infatti i parametri utilizzati da enti indipendenti o stampa specializzata sono circa quindici, tra cui figurano tenuta di strada a velocità elevata, aderenza in curva, usura, deformazione, comportamento sull’asciutto, aquaplaning, tenuta di strada o frenata su neve/ghiaccio ecc. Con soli tre criteri è possibile che uno pneumatico abbia dei risultati molto alti nei tre elementi esaminati e non in altri tipi di performance. E i produttori potrebbero essere tentati di creare dei prodotti con prestazioni straordinarie nei tre elementi oggetto di analisi e meno performanti negli altri aspetti non sottoposti a verifica.
Inoltre, i parametri per valutare gli pneumatici invernali sono identici a quelli per valutare gli estivi che hanno funzionalità e caratteristiche totalmente diverse. Anche le prove per valutare gli pneumatici invernali sono pressoché identiche a quelle per gli estivi, ad eccezione della distanza di frenata su bagnato in cui la temperatura è diversa (2-20 gradi centigradi per gli invernali e 5-35 gradi per gli estivi): tutti sanno che le performance dei due tipi di pneumatici non sono giudicabili nello stesso modo. E per i pneumatici invernali non dovrebbe mancare la valutazione delle performance su fondo innevato/ghiacciato.
Un altro errore è dovuto al fatto che le etichette non sono sottoposte a revisione quando le componenti o le tecnologie di uno pneumatico cambiano. I produttori infatti non investono altro denaro per dei nuovi test e i consumatori consultano un’etichetta che probabilmente non corrisponde al reale valore di uno pneumatico.
Perciò, per chi desidera acquistare un prodotto e intende raccogliere un’informazione più completa, si consiglia di analizzare e confrontare test di tipo diverso svolti da enti autonomi o riviste specializzate, se si vuole davvero avere un quadro complessivo del valore di uno pneumatico.
Partecipa alla discussione