Per tutti i settori commerciali il 2020 è stato un anno particolare e contraddistinto dalle difficoltà causate dalla pandemia da Coronavirus. Non ha fatto eccezione il mercato delle gomme auto, segnato da forti contrazioni in termini di vendite per via dei lockdown più o meno lunghi imposti dai governi di tutto il mondo. Per questo la classifica dei migliori produttori di gomme del 2020 è pesantemente influenzata da tali aspetti: ora che l’anno sta per concludersi – senza che tuttavia l’emergenza sanitaria sia superata – vediamo come se la sono cavata i vari costruttori, fra perdite e ricavi di un’annata molto particolare e, si spera, unica, che ha obbligato molti a rivedere le proprie strategie di mercato.
Una situazione cristallizzata
Nel 2020 la situazione dei migliori produttori di pneumatici appare decisamente cristallizzata. Il podio, infatti, è rimasto identico a quello dello scorso anno, con Bridgestone che occupa ancora la prima posizione con un fatturato complessivo che supera i 24 miliardi di euro. Alle sue spalle troviamo Michelin, il cui fatturato raggiunge i 23,6 miliardi di euro; nonostante l’anno difficile, l’azienda francese è stato in grado di recuperare terreno sui “rivali” nipponici, riducendo la differenza da 2,7 miliardi a solo 600 milioni rispetto all’anno precedente. Un bel balzo in avanti per il Bibendum, che mette nel mirino il sorpasso per il 2021, crisi permettendo ovviamente. A completare il podio ecco Goodyear, decisamente staccata con un fatturato di 13 miliardi. Molto combattuta la sfida per il terzo posto, dato che il costruttore americano è incalzato da Continental, quarta azienda nella graduatoria con fatturato da 11,7 miliardi di euro. Un confronto serrato già da un paio d’anni fra i due produttori.
I dati riguardano esclusivamente il business pneumatici
I dati presi in esame per stilare la graduatoria riguardano esclusivamente il business dei pneumatici, e non tengono conto di altre attività che generano entrate per le aziende; considerando queste ultime, infatti, il fatturato per Bridgestone arriverebbe a 29 miliardi, dato che le gomme auto rappresentano “solo” l’83% degli introiti per l’azienda giapponese, mentre quello Michelin resta sostanzialmente invariato (con un incremento di 500 milioni di euro) visto che il business gomme occupa il 98% delle attività del produttore francese. Sino al quinto posto – occupato da Sumitomo con un fatturato di 6,3 miliardi – le posizioni sono rimaste invariate; il primo cambiamento lo si registra nella sesta posizione, con il controsorpasso di Pirelli ai danni di Hankook: la distanza fra le due aziende è davvero minima, separate da soli 13 milioni di euro. Un confronto perciò destinato a durare nel tempo.
Le posizioni di rincalzo
Quello fra Pirelli e Hankook è stato l’unico scambio di posizioni nella top ten, rimasta per il resto ferma da un anno all’altro. L’ottavo posto è occupato da Yokohama con 4,3 miliardi di fatturato, seguita da ZC Rubbers (3,5 miliardi) e Maxxis, che chiude le prime dieci posizioni (3,2 miliardi). Nessun cambiamento sostanziale sino alla 13esima posizione, mentre bisogna registrare il buon passo avanti di Linglong Tire (marchio cinese fra gli sponsor della Juventus, con un accordo che è stato da poco rinnovato sino al 2022) che recupera tre posizioni e raggiunge il 14° posto con un fatturato di quasi 2,2 miliardi. Da segnalare infine l’ingresso nella top 20 di Nexen Tire, che con 1,5 miliardi di fatturato insidia Nokian Tyres (distante “appena” 35 milioni di euro), società finlandese che basa in toto le proprie entrate esclusivamente sulla produzione di gomme auto.
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