Da nord a sud le differenze sono poche: sulle strade italiane è allarme buche, e in molti casi si può parlare anche di veri e propri crateri che si aprono sotto alle ruote delle nostre vetture. Città di media grandezza, piccoli paesi, metropoli (un eventuale riferimento a Roma non è puramente casuale…) condividono il medesimo problema, strade dissestate che rappresentano un grosso pericolo per l’integrità delle gomme auto. In vista del cambio pneumatici da invernali a estivi, è fondamentale controllare lo stato di salute delle coperture montate a bordo del veicolo, di quelle conservate in attesa del cambio di stagione e pure del ruotino, il dispositivo più affidabile in caso di foratura. Ma cosa si può fare per circolare in sicurezza in mezzo alle buche e ridurre il rischio di danni ai pneumatici?
Strade a “groviera”: un ostacolo impossibile da evitare
La soluzione teoricamente migliore per limitare il pericolo di danni a gomme e componenti meccaniche del veicolo è evitare le buche, opzione nella pratica poco fattibile: guidare “slalomando” fra le voragini che si possono incontrare sul proprio percorso è tutto il contrario di una guida sicura. Come fare, allora? Gli automobilisti possono affidarsi a un solo accorgimento, ovvero moderare la velocità. Un’andatura ridotta consente di minimizzare le conseguenze degli urti con i bordi delle buche, diminuendo dunque il rischio di danneggiare i pneumatici e parti della vettura oppure di perdere il controllo del veicolo a causa del contraccolpo sul volante in seguito al passaggio su una buca. Quando si incontrano strade dissestate, quindi, il miglior approccio possibile per chi guida è “alleggerire” il piede destro e mantenere una velocità moderata, che consente alle gomme e agli elementi meccanici del veicolo di assorbire meglio le irregolarità del fondo stradale.
Buche sulle strade: come si è creata questa situazione?
La situazione delle strade italiane è come una sorta di piano inclinato: eventi atmosferici, mancanze da parte di chi si occupa della gestione, aumento del traffico nel corso degli anni, tutti questi elementi insieme hanno contribuito a peggiorare di giorno in giorno lo stato del manto stradale, fino ad arrivare alla condizione che vediamo oggi. In primis è la mancanza di una manutenzione programmata sul lungo periodo ad aver generato il disastro sotto alle nostre ruote con cui dobbiamo fare i conti, fra buche, rattoppi, scavi, vere e proprie voragini e asfalto rovinato con il passare del tempo. La manutenzione risulta fondamentale anche per preservare le strade dagli eventi atmosferici, sempre più intensi negli ultimi anni, che portano ad un invecchiamento precoce del fondo stradale.
Com’è composta la superficie stradale?
Per comprendere meglio cosa ha portato ad avere strade così rovinate nelle nostre città, può essere utile illustrare da cosa è composta la superficie stradale. Iniziamo col dire che il fondo su cui circoliamo è formato da differenti strati, quello più esterno – su cui transitano i veicoli – è realizzato con un conglomerato bituminoso e ha uno spessore compreso fra i 3 e i 5 centimetri. Al di sotto di esso troviamo il binder, seguito da base, fondazione e sottofondo, per uno spessore che varia fra i 10 e i 15 centimetri. Tale composizione multistrato è progettata per assorbire il carico provocato dal transito dei veicoli senza che si creino spaccature oppure cedimenti. La mancanza di manutenzione programmata porta ad eseguire interventi estemporanei e inefficaci in caso di danni al manto stradale, finendo così per cronicizzare la problematica invece di risolverla.
Come si formano le buche sulle strade?
L’usura e l’invecchiamento dei materiali che compongono il fondo stradale, il passaggio di veicoli pesanti, i fenomeni atmosferici come le piogge violente, ma anche il cambio delle stagioni, dal freddo al caldo (e viceversa) che restringono e dilatano i materiali, possono portare a cedimenti del fondo stradale. Si tratta di dinamiche normali, da gestire con una corretta manutenzione nel tempo, che però come abbiamo visto in precedenza manca completamente. Quando si creano buche o spaccature nella strada, si provvede a rattoppare in maniera sbrigativa, probabilmente anche per non intralciare il traffico. Il problema è che spesso lo si fa con materiali inadatti, tanto che tali rattoppi hanno il più delle volte la durata di qualche giorno, dopodiché si ripresenta la buca – o il cratere – identico a prima. E nel frattempo la situazione peggiora, poiché senza interventi mirati il manto stradale continua a subire gli effetti del tempo, del transito dei veicoli e dei fenomeni atmosferici.
I lavori sulle strade: altro fattore che genera non pochi problemi
All’usura per via dell’utilizzo e al normale invecchiamento, bisogna poi aggiungere i danni provocati dai lavori che riguardano tutto ciò che sta sotto le strade, ovvero la rete telefonica, quella fognaria, e gli interventi sulle condotte del gas. Lo scenario lo conosciamo bene: vere e proprie trincee scavate nella strada che poi vengono riempite e ricoperte con materiali il più delle volte di qualità inferiore. In queste situazioni basta poco all’acqua piovana per insinuarsi nelle spaccature e danneggiare non solo lo strato più esterno, ma anche quelli situati al di sotto. Una gestione inefficiente e alla fine dispendiosa, che obbliga a continui rammendi dell’asfalto che finiscono paradossalmente per togliere risorse che sarebbero utili sia per la manutenzione periodica, sia per un corretto rifacimento del manto stradale. Interventi che eviterebbero gran parte dei problemi che abbiamo visto in tale analisi.
Occhio ai pneumatici: come controllarli?
Se gli itinerari della propria quotidianità sono composti da strade dissestate e con un’elevata presenza di buche, la manutenzione periodica diventa ancora più importante e andrebbe effettuata con una frequenza superiore, per individuare con tempestività eventuali danni. I controlli partono con un esame visivo della superficie del pneumatico al fine di scovare anomalie come rigonfiamenti oppure bolle, che possono essere causate dal passaggio sulle buche con il bordo che “pizzica” la gomma. La pressione di gonfiaggio è un altro elemento da verificare, in modo da accertarsi che sia sempre corretta: circolare con le coperture sgonfie infatti aumenta il rischio di forature e altri danni, soprattutto se si transita con frequenza su strade malridotte. Allineamento, equilibratura e convergenza sono invece parametri da affidare al proprio gommista, poiché i loro valori potrebbero essere alterati proprio dal continuo passaggio su superfici irregolari.
Non dimenticare di controllare il ruotino
A volte ci si dimentica persino di averlo, ma pure il ruotino di scorta dev’essere controllato a cadenza periodica affinché in caso di bisogno sia pronto all’uso. In modo particolare ci si deve concentrare sulla pressione di gonfiaggio, per evitare di ritrovarlo sgonfio nel momento in cui dovrà essere montato. Tutte le accortezze, i controlli e le precauzioni servono a ben poco in caso di danni accidentali, la cui probabilità aumenta su strade disastrate e che presentano buche e voragini. Se ci si trova con un pneumatico danneggiato, il ruotino è lo strumento più affidabile per poter riprendere a circolare ed evitare di rimanere fermi a bordo strada, magari in una posizione pericolosa, in attesa dei soccorsi. Per questo è fondamentale essere certi che sia in piena efficienza anche se trascorre la maggior parte del tempo nel bagagliaio, il suo compito è proprio quello di farsi trovare pronto all’occorrenza e spetta all’automobilista mantenerlo in condizioni ottimali.
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