Gran parte della sicurezza di un veicolo dipende dagli pneumatici. Ed il segreto di uno pneumatico sicuro non è solo nel disegno del battistrada, che di certo è importante per l’aderenza, ma anche nella miscela utilizzata.
A fare la differenza, sia in termini di battistrada che di mescola sono gli investimenti in ricerca e sviluppo delle case produttrici, e come è facile immaginare i pneumatici dei brand più blasonati (Michelin, Continental, Goodyear, Pirelli, Bridgestone), sono anche i brand che incorporano più innovazioni tecnologiche.
Più è caro un pneumatico più si può permettere di investire in ricerca e sviluppo il suo produttore. In fin dei conti per differenziarsi dalla concorrenza i produttori di pneumatici hanno due strade, combattere nei segmenti di prezzo più bassi per vincere la guerra dei prezzi. Oppure cercare di distinguersi per prestazioni superiori, in frenata, in tenuta di strada, in silenziosità ed come riduzione dei consumi di carburante.
Negli ultimi anni stanno riscuotendo molto successo gli pneumatici cinesi, cioè prodotti in Cina, il motivo di tale successo risiede soprattutto nel prezzo. Ma esaminiamo meglio perché un pneumatico cinese costa meno e se questo è indice di una qualità peggiore.
Perchè i pneumatici cinesi costano meno degli altri?
Il primo fattore ad influenzare il prezzo dei pneumatici asiatici è naturalmente il costo della forza lavoro; anche se negli ultimi anni il costo della manodopera in Cina è aumentato notevolmente, continua ad essere più competitivo rispetto all’europa o gli stati uniti.
Il secondo fattore, molto più significativo di quello che si potrebbe credere, è l’intervento dello stato cinese. La maggior parte dei produttori cinesi è rappresentato da aziende private a partecipazione statale.
Negli ultimi 10 anni le aziende cinesi che producono pneumatici sono proliferate, moltissime aziende che oggi producono più di 10 milioni di pezzi l’anno solo 5 anni fa non esistevano.
Le finanze illimitate che lo stato cinese può profondere nel settore permettono a queste aziende di investire complessivamente decine di miliardi di euro l’anno per nuovi siti produttivi, nuove linee di produzione più moderne, e da qualche anno, anche ricerca e sviluppo per produrre prodotti sempre migliori.
Sono peggiori dei pneumatici prodotti in Europa?
Non è facile rispondere a questa domanda per diversi motivi, il primo è che sono censiti dalla camera di commercio cinese oltre 150 produttori indipendenti di pneumatici.
È facile immaginare che in un mercato così affollato, ed ormai maturo, siano presenti produttori con diversi livelli qualitativi.
L’affollamento ha prodotto anche una ricerca di diversificazione che non si basa più su di una guerra continua sul prezzo, ma anche sulla qualità del prodotto.
Purtroppo è una selva di prodotti che appare infinita, ognuno di quegli oltre 150 produttori produce più di un brand, spesso concesso in esclusiva a diversi grossisti nazionali o europei, moltiplicando il numero di marche presenti sul mercato.
Le riviste automobilistiche e gli automobil club che ogni anno sottopongono i pneumatici presenti sul mercato a test su strada e pista per verificarne le prestazioni raramente includono nel pool di pneumatici testati prodotti asiatici, proprio per la frammentazione del mercato.
Testare pneumatici con un marchio che ha una diffusione sul territorio molto limitata non è considerato molto utile.
Questo rende molto difficile fornire delle informazioni precise e dei dati, dei numeri, su cui basare una scelta per poter distinguere tra prodotti cinesi di qualità e prodotti che dalla loro hanno esclusivamente il prezzo.
Eppure le eccezioni ci sono, e come. Pneumatici che non hanno solo un prezzo abbordabile ma anche buone prestazioni e durata.
Atlas Green Sport, ad esempio, è stato inserito in un test comparativo da AutoBild ed ha ottenuto buoni voti. Oppure i prodotti che abbiamo recentemente selezionato proprio noi di gomme-auto.it, il quattro stagioni LuckyLand Ag01, il primo pneumatico quattro stagioni ad essere progettato e realizzato in Cina ed aver ottenuto la certificazione invernale 3PMSF.
Oppure altri prodotti come il Milemore MP02, con una etichetta europea che fa invidia a molti produttori premium, doppia B sia per consumi di carburante che spazi di frenata.
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