I pneumatici selfseal rappresentano il nuovo ritrovato tecnologico di Michelin: si tratta di gomme che riescono a ripararsi da sole. Scopriamo in che modo.
A partire dal 2020 Michelin lancerà sul mercato i suoi pneumatici selfseal, un ritrovato tecnologico destinato a cambiare il futuro delle gomme. Si tratta infatti di coperture autoriparanti, ovvero possono ripararsi da sole in caso di forature, segnando il definitivo declino di ruote di scorta, ruotini, kit di riparazione e persino dei pneumatici runflat, di cui rappresentano la naturale evoluzione. Con le nuove gomme selfseal aumenta la sicurezza e la comodità per l’automobilista, che non sarà più chiamato alla sostituzione immediata della copertura danneggiata in caso di foratura, ma potrà continuare a circolare tranquillamente. Inoltre se il foro è di dimensioni contenute, non si renderà necessario nemmeno rivolgersi al gommista per il cambio del pneumatico, in quanto le gomme selfseal possono continuare a circolare senza problemi né di sicurezza né di comfort.
Il funzionamento della tecnologia selfseal
Con la tecnologia selfseal è possibile eliminare nell’85% dei casi di foratura la perdita di pressione, grazie al sistema messo a punto da Michelin. Le gomme dotate di tale dispositivo vantano al loro interno uno strato di materiale sigillante che interviene prontamente nell’eventualità di una foratura adattandosi alla forma del corpo estraneo che è riuscito a penetrare attraverso la gomma; in questo modo lo isola ed evita la fuoriuscita di aria. Non solo: nel caso in cui questo corpo esterno non rimanga conficcato ma venga espulso, il materiale sigillante tappa il foro modellandosi sulla sua forma e quindi sigillando completamente il pneumatico, che manterrà la giusta pressione. Tale materiale dunque si deforma a seconda del corpo che riesce a bucare la gomma del pneumatico a patto che la penetrazione all’interno della copertura non superi i 6 millimetri.
Cosa cambia rispetto alle gomme runflat
Pneumatici in grado di contrastare le forature esistono già e si chiamano runflat: in cosa le coperture selfseal sono superiori? Queste ultime sono la naturale evoluzione del sistema runflat che finora – pur con tutti i suoi limiti – è stato funzionale e perciò apprezzato da molti automobilisti, mentre altri ne sottolineavano le criticità. La tecnologia selfseal supera tutte quelle che sono le limitazioni delle gomme runflat, a partire dall’autonomia; con i pneumatici runflat, infatti, è possibile circolare dopo una foratura soltanto per 80 chilometri, il tempo necessario per raggiungere il proprio gommista di fiducia che provvederà a sostituire la gomma danneggiata. Le coperture selfseal invece possono continuare a circolare tranquillamente, senza alcun limite di autonomia: se il danneggiamento non riguarda il fianco del pneumatico, non bisogna neppure procedere al cambio gomme e si può proseguire ad utilizzare le stesse autoriparate.
Questione di comfort
I dispositivi runflat compromettono il comfort in seguito ad una foratura, proprio per via della loro costituzione. Quando la gomma perde pressione, infatti, a sorreggere il peso del veicolo è la struttura del pneumatico stesso, che è più rigida in confronto alle normali coperture. Questa maggiore rigidità incide in termini di comfort e inoltre comporta una superiore usura durante l’utilizzo, ecco perché il limite massimo di autonomia è fissato a 80 chilometri orari. Tutti questi problemi sono superati con il sistema selfseal: una volta sigillata la foratura, infatti, la gomma non perde pressione e non sacrifica nulla in termini di funzionalità e comfort, quindi può essere utilizzata come lo era prima del danneggiamento. Gli unici problemi sono rappresentati da forature di grandi dimensioni o squarci: in quel frangente il materiale sigillante può fare ben poco e si sarà costretti a fermarsi per provvedere all’immediata sostituzione della gomma bucata. In tutti gli altri casi, l’automobilista potrebbe persino non accorgersi di aver forato…
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