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Guasto ai sensori degli pneumatici: come risolvere?

Pubblicato in Consigli, Pneumatici da , mercoledì 3 luglio 2024 0

Un guasto ai sensori TPMS non è di certo fra i contrattempi più frequenti in un’auto, ma può rivelarsi piuttosto insidioso: senza il corretto funzionamento di questi dispositivi, infatti, non si ha un riscontro della pressione di gonfiaggio dei pneumatici, col rischio dunque di circolare con gomme sgonfie compromettendo la sicurezza al volante. Come ci si deve comportare allora nel caso in cui si verifichi un problema con i sensori del sistema che monitora la pressione delle coperture? L’elemento fondamentale è un intervento tempestivo, con cui agire prontamente per ripristinare il funzionamento adeguato dell’impianto. Vediamo allora ciò che bisogna fare quando la spia sul cruscotto del proprio mezzo segnala un malfunzionamento di uno o più sensori TPMS (acronimo di Tire Pressure Monitoring System, ovvero sistema di monitoraggio della pressione delle gomme).

Problemi ai sensori TPMS: cosa fare?

Un eventuale problema ai sensori TPMS viene in genere segnalato attraverso un messaggio che compare sul computer di bordo del veicolo o dalla spia che lampeggia, per indicare un malfunzionamento. Il messaggio riporta l’avvertimento di “errore sensore pressione pneumatici”, con cui mette in evidenza appunto la presenza di una problematica. La prima cosa da fare è rimanere calmi, tale avvertimento infatti non significa necessariamente che ci sia un problema nella pressione di gonfiaggio, ma ad esempio che il sensore non è più in grado di rilevarla in modo corretto. Tutti i veicoli moderni – indicativamente a partire dal 2014 – sono obbligati a montare a bordo il sistema TPMS, composto da sensori collocati nei pneumatici che monitorano la pressione e segnalano eventuali anomalie. Nel caso venga evidenziato un problema a uno dei sensori, un automobilista ha a disposizione varie opzioni per intervenire, che vedremo in seguito più nel dettaglio.

Come comportarsi quando il sistema TPMS segnala un problema?

La prima operazione nell’eventualità in cui la spia o il computer di bordo evidenzino un problema con la pressione delle gomme è proprio controllare quest’ultima, in tutte e quattro le ruote. Bisogna accertarsi del livello di pressione e provvedere a ripristinare quella corretta qualora i pneumatici risultassero sgonfi. Se, dopo aver verificato che le coperture sono gonfiate a sufficienza, il sistema continua a segnalare un problema, allora è chiaro che si tratta di un guasto di altra natura e riguarda l’impianto TPMS. In tale situazione, gli automobilisti possono agire in diversi modi, anche se il più delle volte è necessario rivolgersi il prima possibile alla propria officina di fiducia, affinché venga svolta un’indagine accurata sull’intero sistema per capire l’origine del malfunzionamento che ha colpito uno o più sensori.

Quali possono essere le cause alla base dei guasti del sistema TPMS?

Come qualsiasi altro componente di un veicolo, pure il sistema TPMS – e in particolare i suoi sensori – può essere soggetto a guasti di diversa natura. Innanzitutto un problema elettrico può comportare una mancata comunicazione fra il sensore e la centralina, portando così alla comparsa del messaggio di errore o malfunzionamento. Da annoverare pure le conseguenze di un urto delle ruote contro il bordo di una buca o un marciapiede, in seguito al quale uno o più sensori possono risultare danneggiati e dunque non più capaci di rilevare correttamente la pressione. A questi si aggiunge poi ovviamente anche la normale usura, che col tempo rende i sensori meno efficienti e causa malfunzionamenti o segnalazioni imprecise circa la pressione di gonfiaggio. Le batterie dei sensori hanno una durata media di 5 anni, al termine dei quali vanno sostituite per poter ripristinare la piena efficienza del sistema.

Attenzione anche ai cambi gomme: affidarsi solo a gommisti esperti

Fra le ragioni alla base di un malfunzionamento del sistema TPMS possono esserci pure i cambi gomme e le operazioni di manutenzione dei pneumatici, quando non eseguite a regola d’arte. Se non ci si affida a gommisti competenti ed esperti, infatti, il rischio è che si verifichino degli errori di cablaggio, con fili e cavi collegati in maniera non corretta. Ad ogni cambio gomme bisogna procedere all’adeguato collegamento dei sensori TPMS e ciò riguarda, come abbiamo detto in precedenza, tutte le vetture di recente immatricolazione che sono appunto dotate di tale sistema. Ovviamente non si tratta di un guasto frequente, poiché la maggior parte dei gommisti sa bene come intervenire e svolgere i vari cablaggi, tuttavia è una possibilità da tenere in considerazione qualora il guasto dei sensori non sia riconducibile ad altre cause più evidenti.

Come ripristinare il corretto funzionamento dei sensori TPMS

Se la problematica non riguarda la pressione di gonfiaggio ma un guasto ai sensori, l’automobilista ha diverse opzioni a propria disposizione per provare a sistemare il problema anche in autonomia. La prima di queste soluzioni è resettare il sistema TPMS, attraverso un apposito pulsante oppure una serie di comandi, a seconda del tipo di impianto. In genere ogni produttore fornisce delle indicazioni in tal senso sul manuale del veicolo, proprio per consentire agli automobilisti di agire da soli e provare così a risolvere eventuali malfunzionamenti lievi. Se gli steli delle valvole sono usurati, è necessario cambiarli poiché il guasto potrebbe dipendere da questa componente; in linea di massima si consigliano sempre gli steli in gomma, meno soggetti alla corrosione in confronto a quelli realizzati in alluminio. Un’ulteriore soluzione può essere quella di scollegare e poi ricollegare la batteria del veicolo, una sorta di “hard resetche può sistemare il malfunzionamento del sistema TPMS se questo è di natura elettronica.

Cosa fare se l’avviso di guasto è ancora presente?

Se la spia rimane accesa o il sistema di bordo continua a evidenziare la presenza di un guasto dopo aver effettuato le operazioni indicate in precedenza, significa che c’è effettivamente un malfunzionamento che richiede un intervento più approfondito e in tal caso l’unica soluzione è affidarsi a un gommista, che attraverso la strumentazione apposita potrà effettuare tutte le indagini necessarie per individuare la causa e risolverla. Inoltre, per ridurre le possibilità di incorrere in malfunzionamenti di questo genere, si rivelano fondamentali i controlli periodici, da svolgere in officina almeno due volte all’anno, per controllare insieme ad equilibratura e allineamento anche i sensori del sistema TPMS, così da accertarsi che siano al massimo dell’efficienza. In questo modo sarà possibile avere un impianto sempre perfettamente funzionante e capace di rilevare in maniera corretta la pressione di gonfiaggio delle coperture.

Perché bisogna evitare di circolare con gomme sgonfie?

Circolare con gomme sgonfie innesca una serie di problematiche anche piuttosto serie, pure quando la pressione di gonfiaggio è solo leggermente inferiore al valore indicato per la propria vettura. Si va infatti da un aumento dei consumi di carburante, poiché è maggiore lo sforzo richiesto al motore per muovere il veicolo, a un incremento dell’usura del battistrada, che va a ridurre il ciclo vitale dei pneumatici. Un consumo anomalo della copertura e il rischio di danni strutturali sono altre conseguenze che devono essere tenute in considerazione, con gli annessi rischi – anche gravi – se la gomma dovesse cedere di schianto per via delle sollecitazioni che non è in grado di reggere. Dunque da una perdita di pressione facilmente risolvibile si arriva a correre seri rischi al volante, senza dimenticare le eventuali spese in caso di danni rilevanti sia alle gomme che al veicolo (nella malaugurata circostanza di un incidente provocato da gomme sgonfie), ecco perché la pressione va controllata ogni 3-4 settimane circa e ripristinata prontamente ai valori ottimali qualora risulti inferiore.

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