Il presidente del consiglio conferma le misure più dure per fermare gli incidenti
Il premier conferma il suo supporto alla introduzione del reato di omicidio stradale. Per Matteo Renzi il nuovo codice della strada deve essere approvato al più presto per «riempire un vuoto del Codice della Strada che deve essere colmato».
Per chi causa incidenti mortali sotto effetto di alcol e droghe si annunciano pene molto più dure, ma anche chi non si ferma a prestare soccorso in futuro rischierà molto di più. La nuova normativa sveltirà anche le procedure per ottenere i risarcimenti per le vittime. Il presidente del Consiglio, dopo l’annuncio, non ha però precisato quando la nuova legge sarà pronta per il voto in parlamento. Questo modifiche al codice della strada erano stato già presentate e sostenute anche dal governo Letta e dal allora ministro Cancellieri.
Gli incidenti un «dramma sociale»
A portare avanti da anni la battaglia per l’introduzione del reato di omicidio stradale è la storica associazione Amici della Polizia Stradale e la sua rivista Il Centauro.
«Ho messo la firma sulla proposta di legge promossa dal comune di Firenze, ASAPS, Associazione Lorenzo Guarnieri e Associazione Gabriele Borgogni nel 2011» dice Renzi, «l’intento di allora era quello di invitare il Governo e Parlamento a riflettere e colmare questa lacuna».
Sembra che anche per questa legge sia arrivato il momento del fare: «è necessario lavorare su più fronti, su diversi livelli che non rimangano compartimenti stagni, ma interagiscano tra loro. Gli inglesi – dice Renzi – usano il termine 3E per indicare le cose da fare: Enforcement, Education, Engineering.»
Un incidente stradale non è frutto del destino.
Nella quasi totalità dei casi è causato da un comportamento sbagliato dell’automobilista. Chi sceglie di mettersi alla guida in condizioni fisiche alterate da alcol o droghe deve essere punito severamente, è fondamentale anche per responsabilizzare chi guida.
L’automobilista che sceglie di guidare in uno stato alterato deve essere consapevole di rappresentare un pericolo per gli altri e per se stesso.
Il premier ha anche precisato che si tratta di «un dramma sociale», sottolineando che i costi annui per la finanze dello stato ammontano a più di 30 Miliardi di euro, il 2% del Pil.
«Confrontandoci con altri paesi, i migliori in questo campo come Inghilterra, Svezia, Olanda, vediamo che è possibile dimezzare la mortalità attuale. Un problema così grande di “salute pubblica” e di economia che può essere affrontato e ridotto come posso non considerarlo una priorità e venir ignorato dalla politica?»
Partecipa alla discussione