Lo smaltimento dei pneumatici fuori uso è finanziato attraverso il contributo PFU versato dagli automobilisti: vediamo che cos’è e in che modo funziona.
Stai sostituendo i pneumatici auto? Quanto devi pagare per lo smaltimento dei pneumatici usati e soprattutto a chi? Al gommista? Al negozio online? Scoprilo con questa infografica dedicata al PFU pneumatici, il contributo per lo smaltimento dei Pneumatici Fuori Uso.
Ogni anno in Italia si producono 380.000 tonnellate di pneumatici da smaltire. Non stiamo parlando di pneumatici ancora in grado di essere utilizzati come tali (ad esempio dopo essere stati venduti a paesi in via di sviluppo) o destinati ad essere ricostruiti, ma di pneumatici irrecuperabili che si devono smaltire come rifiuto.
Fino al 2011 tale operazione spettava gommisti che solitamente la mettevano a carico dei clienti includendo nel prezzo di vendita il costo di smaltimento.
Da novembre 2011 lo smaltimento dei pneumatici si paga anticipatamente, contestualmente all’acquisto delle gomme. È obbligatorio per legge (come stabilito dal Decreto Ministeriale Nr.82 dell’11 Aprile 2011), ed è obbligatorio per chi vende farlo pagare. Copre lo smaltimento futuro (quando verranno sostituiti) dei pneumatici che vengono acquistati oggi.
Se stai acquistando pneumatici su gomme-auto.it sei obbligato a pagare il PFU a noi, perché stai comprando le gomme per la tua auto da noi. Noi lo abbiamo pagato alle aziende che producono i pneumatici quando li abbiamo acquistati da loro. Le aziende hanno versato il contributo PFU ai consorzi di smaltimento che ritirano i pneumatici dai gommisti senza alcun costo aggiuntivo per loro.
Se invece acquisti i pneumatici dal gommista, devi pagare il contributo PFU al gommista, che lo ha pagato a qualche grossista, che lo ha pagato al costruttore, che lo ha versato ad un consorzio.
L’introduzione del contributo PFU è un passo in avanti importante nel ridurre la produzione di rifiuti e nella protezione dell’ambiente ma ha anche creato confusione sia nei consumatori che negli operatori del settore. Per questo abbiamo deciso di fornire ulteriori delucidazioni sull’argomento.
Versamento PFU: come funziona
Come abbiamo visto, il pagamento del PFU da parte dell’automobilista avviene nel momento in cui si acquistano nuovi pneumatici e il venditore certifica il versamento attraverso ricevuta. Quando bisognerà poi cambiare le gomme acquistate, su eventuale richiesta del gommista sarà necessario mostrare la ricevuta o la fattura relative all’acquisto e il centro di montaggio in nessun caso può rifiutarsi di prendere in carico i pneumatici giunti a fine vita. Inoltre, nessun altro pagamento deve essere richiesto all’automobilista per lo smaltimento dei pneumatici: il suo contributo deve limitarsi al PFU.
Bisogna prestare attenzione in fase di acquisto, accertandosi che nella fattura sia presente anche il contributo PFU: questo perché ci sono rivenditori – in particolare siti esteri illegali – che non lo prevedono, rendendo di conseguenza i pneumatici fuori legge nel momento in cui si va a sostituirli. In tal caso il gommista deve richiedere all’automobilista il versamento del PFU quando cambia le gomme che sono state acquistate senza aver pagato il contributo in precedenza.
E se il gommista non ha spazio a disposizione?
Può capitare che il gommista non abbia spazio sufficiente a disposizione per alloggiare le gomme in attesa del ritiro da parte del consorzio che si occupa dello smaltimento, in questo caso è possibile portare i pneumatici nell’isola ecologica della propria città e il conferimento avviene a titolo gratuito, senza alcun sovrapprezzo (salvo rari casi) per l’automobilista. Anche in questa circostanza può essere richiesto di esibire la ricevuta di pagamento dei pneumatici, per verificare l’avvenuto versamento del PFU. Si tratta comunque di un’ipotesi remota, poiché l’iter consolidato prevede il ritiro da parte del gommista delle coperture giunte a fine vita che verranno poi affidate ai consorzi.
gomme-auto.it rilascia regolare ricevuta del pagamento PFU, per cui al momento dell’acquisto si può stare tranquilli: l’operazione avviene nel pieno rispetto delle normative relative allo smaltimento dei pneumatici.
Come smaltire pneumatici?
Sia che vengano raccolti dai consorzi presso i gommisti o nelle isole ecologiche, i pneumatici cominciano poi il loro percorso di smaltimento, che porterà la gomma ad essere riutilizzata sotto altre forme oppure convertita in energia all’interno di impianti specifici. Per poter essere destinato ad un nuovo utilizzo, un pneumatico va suddiviso in base alle sue parti, separando la gomma dalle componenti metalliche e tessili, e tale lavoro viene svolto dai consorzi che si occupano della raccolta.
Ecco perché è fondamentale il contributo PFU e soprattutto affidare i pneumatici a fine vita ai gommisti, evitando di abbandonarli nelle discariche, dove generalmente si trovano i pneumatici illegali, ovvero quelli immessi in commercio senza che sia stato versato il PFU. Sono tanti i prodotti che si possono ricavare dalla gomma ottenuta dai pneumatici a fine vita e numerosi gli utilizzi a cui può essere destinata: dalla creazione di asfalto tecnologico ad elevata aderenza, a pannelli insonorizzanti (già peraltro ampiamente adoperati) fino alle piste di impianti sportivi.
A ciò si aggiungono gli elementi per la sicurezza stradale, arredi urbani e oggettistica varia che può essere realizzata sfruttando il polverino sbriciolato. Numerose destinazioni utili, con un risparmio in termini di materie prime e una maggior salvaguardia dell’ambiente.
Quanto costa il PFU?
Il contributo ambientale PFU è stabilito in misura variabile sulla base del tipo di pneumatico, poiché cambiano i costi di smaltimento a seconda del peso (e quindi delle dimensioni).
La tabella che segue riassume l’importo del contributo ambientale adottato da gomme-auto.it a partire dal 1/1/2021 per le diverse classi di pneumatici trattati.
Categoria | Tipologia | Intervallo di peso degli pneumatici all’immissione (kg) |
Contributo ambientale (euro/pneumatico) |
P (Piccoli) | 1 | 0 – 4,999 | € 0,58 |
2 | 5 – 7,999 | € 1,60 | |
3 | 8 – 12,999 | € 2,31 | |
4 | 13 – 15,999 | € 3,22 | |
5 | 16 – 24,999 | € 4,13 | |
6 | 25 – 34,999 | € 7,56 | |
M (Medi) | 7 | 35 – 64,999 | € 11,00 |
8 | 65 – 104,999 | € 19,77 | |
9 | 105 – 154,999 | € 29,33 | |
G (Grandi) | 10 | 155 – 224,999 | € 44,47 |
11 | 225 – 314,999 | € 57,11 | |
12 | 315 – 424,999 | € 94,06 | |
13 | 425 – 554,999 | € 131,63 | |
14 | 555 – 704,999 | € 155,70 | |
15 | > 705 | € 228,08 |
Domande e risposte sulla gestione del PFU
Risponde il consorzio EcoTyre.
Q: il centro di montaggio è obbligato ad accettare i pneumatici fuori uso?
In Italia ogni gommista è obbligato per legge ad iscriversi ad un consorzio, l’iscrizione e il servizio sono totalmente gratuiti. I pneumatici vengono ritirati presso i gommisti a costo zero e a cadenze regolari. Non c’è alcun motivo per cui il consorzio non accetti di ritirare Pneumatici Fuori Uso (sono esclusi i pneumatici per bicicletta e per aeroplani). Se un gommista offre il servizio di montaggio gomme procurate dal cliente è obbligato dalla legge a ritirare i pneumatici usurati che sostituisce. Il gommista è responsabile ai sensi di legge per i Pneumatici Fuori Uso che produce dal momento in cui li toglie dal veicolo del cliente fino all’arrivo nello stabilimento dove verranno riciclati; questa responsabilità non è cedibile a terzi. Se entro 3 mesi il gommista non ha ancora ricevuto copia della bolletta controfirmata dallo stabilimento deve fare denuncia.
Q: il consorzio a cui il centro di montaggio aderisce può rifiutarsi di ritirare eventuali pneumatici fuori uso eccedenti?
Il consorzio ritira tutti i pneumatici usurati che gli vengono consegnati dal gommista, indipendentemente dalla provenienza, il consorzio non sta a sindacare se, dove e come il gommista ha prodotto i PFU che ritira.
Q: il consorzio può pretendere il pagamento per lo smaltimento di eventuali pneumatici fuori uso eccedenti?
La regolamentazione attuale impone ai consorzi di effettuare il ritiro della totalità dei pneumatici immessi sul mercato a titolo gratuito. I consorzi per lo smaltimento non hanno funzioni ispettive, e non c’è un limite o un’eccedenza che possono rifiutarsi di ritirare. Fanno eccezione operazioni straordinarie come ad esempio la bonifica di una vecchia discarica.
Q: il centro di montaggio può aderire a più consorzi?
Certamente sì, ma non ha senso, ne basta uno che funziona
Q: il centro di montaggio come deve annotare sul registro di carico e scarico dei rifiuti i pneumatici fuori uso che derivano dal montaggio di gomme eccedenti?
Nel registro di carico e scarico (parte del “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” – Sistri) dovrà essere indicata la quantità di pneumatici raccolta dal gommista che verrà consegnata al consorzio.
Non esiste un’“eccedenza” perché come indicato precedentemente il consorzio ritira tutti i pneumatici.
Forse il timore del gommista è una mancata corrispondenza tra la quantità di pneumatici riportata sul registro e la quantità di gomme acquistate in caso di un controllo da parte dell’Agenzia delle Entrate, con eventuale contestazione di un acquisto “in nero” del quantitativo ottenuto dalla differenza tra quanto acquistato e quanto smaltito. Niente vieta al gommista di accludere al registro dei rifiuti la prova documentale della provenienza dei pneumatici consegnati dal cliente, cioè la copia dell’ordine o la fattura di acquisto del cliente.
Q: se l’utente finale si rivolge all’isola ecologica del suo comune deve pagare per lasciare i pneumatici fuori uso?
Nella maggior parte dei casi non è previsto un contributo, ma alcune isole ecologiche potrebbero richiedere il pagamento di una quota per la gestione dei PFU.
Riferimenti ufficiali sul PFU:
-
- Sito dedicato del Ministero Dell’Ambiente, link.
- Testo del decreto ministeriale, link.
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